Oltre il banchetto: Marta e Maria, icone del servizio e dell’ascolto. Sul Vangelo della Natività della Beata Vergine Maria

La festa della Natività della Beata Vergine Maria (8 settembre) segna una tappa essenziale nella storia della nostra salvezza, essendo una festa di gioia e di pienezza. Essa preannuncia la venuta nel mondo di colei che sarebbe diventata il Ponte tra il Cielo e la terra, l’arca vivente di Dio. Eppure, in questo giorno, la Chiesa ha stabilito di leggere un Vangelo che, a prima vista, sembra non avere alcuna connessione con la Madre di Dio, il Vangelo di Marta e Maria. Perché? Perché un testo su due sorelle, servizio e ascolto, in una festa della natività? La risposta si trova nella profondità spirituale del testo, che ci svela l’autentico volto della Madre di Dio, non solo come madre carnale, ma soprattutto come modello dell’ascolto perfetto.


Marta e Maria: Due cammini, un unico amore

Il Vangelo ci pone di fronte a una scena familiare: Gesù è accolto nella casa di due sorelle, Marta e Maria. Ognuna Lo ama e Lo onora a modo suo. Marta, preoccupata per le faccende domestiche, si affanna per preparargli un ricco banchetto. È un simbolo del servizio attivo, del bene operare, della preoccupazione e dell’ospitalità. Il suo gesto è, senza dubbio, pieno d’amore. Tuttavia, sopraffatta dalle “molte preoccupazioni”, si avvicina al Salvatore e si lamenta della sorella.

Maria, invece, sceglie un altro cammino: si siede ai piedi di Gesù e ascolta le Sue parole. Maria è un simbolo del servizio contemplativo, dell’ascolto della Parola di Dio e della totale dedizione. Per lei, stare accanto a Cristo e ascoltarLo era la cosa più importante, al di sopra di ogni servizio materiale.

Il Salvatore non condanna Marta per il suo servizio, ma la avverte dell’eccesso: “Marta, Marta, tu ti affanni e ti preoccupi per molte cose, ma una sola cosa è necessaria.” Queste parole ci mostrano che il servizio senza preghiera diventa un peso, un’afflizione, una fonte di inquietudine. La vita spirituale autentica richiede un equilibrio tra azione e preghiera, tra il fare e l’essere. Non possiamo vivere solo di opere, senza nutrire la nostra anima con la Parola di Dio, così come la preghiera senza opere non ha senso.


La grande felicità della Madre di Dio: Oltre il grembo e il seno

Il Vangelo continua con un’altra scena, che si collega direttamente alla festa di oggi. Una donna tra la folla, sopraffatta dal messaggio del Salvatore, esclama: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato.” Questa è un’espressione di onore carnale, di ammirazione per la Madre di Dio, la portatrice di Dio.

La risposta del Salvatore è, ancora una volta, piena di saggezza: “Anzi, beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la osservano.” Queste parole non contraddicono la donna, ma completano il senso della vera felicità della Madre di Dio. Il Salvatore mostra che la felicità suprema di Sua Madre non risiede solo nel fatto che Lo ha portato in carne, ma, soprattutto, nel fatto che è stata la prima ascoltatrice e osservatrice della Parola divina. Lei è la “beata” per eccellenza, perché ha avuto un ascolto perfetto.

I Santi Padri hanno sottolineato questo aspetto essenziale. Sant’Agostino diceva che “Maria fu più beata per aver portato Cristo nel suo cuore che per averlo portato nel suo grembo.” [1] Queste parole mostrano che la maternità carnale della Madre di Dio è una conseguenza della sua maternità spirituale, una fioritura del suo ascolto della Parola divina. Allo stesso modo, San Giovanni Crisostomo ci insegna che l’ascolto della Parola è un atto vitale. Nelle sue Omelie, egli mostra che l’ascolto e l’adempimento della parola divina sono condizioni fondamentali per diventare dimora di Dio: “Non basta solo ascoltare, ma è necessario mettere in pratica ciò che è stato detto, poiché così si costruisce la casa, non ascoltando, ma mettendo in pratica.” [2] La Madre di Dio è, quindi, un modello di adempimento di queste parole.


Conclusione: La Natività della Madre di Dio, una festa dell’ascolto

Il Vangelo di oggi ci dà la chiave per comprendere la festa della Natività della Beata Vergine Maria. La sua nascita è, in realtà, una celebrazione dell’ascolto perfetto. Attraverso la preghiera dei santi Gioacchino e Anna, e attraverso la sua fede, umiltà e ascolto, Dio ha potuto scendere nel mondo. Lei è la Nuova Eva, colei attraverso la quale la stirpe umana ha risposto con un “sì” pieno alla chiamata divina.

Così, onoriamo la Madre di Dio non solo come colei che ha portato Cristo nel suo grembo, ma come colei che ha portato la Parola nel suo cuore, come colei che, come Maria, ha scelto “la parte migliore, che non le sarà tolta.” Seguiamo il suo esempio, cercando anche noi, nel tumulto delle preoccupazioni quotidiane, di fermarci, di sederci ai piedi di Cristo e di ascoltare la Sua Parola.


Note a piè di pagina:

[1] Sant’Agostino, Sulla santità della verginità.

[2] San Giovanni Crisostomo, Omelie sul Vangelo di Giovanni.

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